12 ottobre 2016

prima unione civile

Questa mattina per la prima volta ho sentito gli effetti delle unioni civili. Un signore mi ha espresso il suo disagio nel dover partecipare all'unione civile di un suo nipote con il un altro ragazzo ed era dubbioso se parteciparvi o meno. E' stata l'occasione per riflettere su questo. Per un verso l'unione civile come il matrimonio civile è segno di impegno e di serietà di intenzioni sulla durata di un legame. Certamente più che il semplice convivere, anche se qualcuno aveva suggerito loro di non star lì a rendere pubblica la cosa, ma di continuare insieme come avevano sempre fatto.
Per altro verso non si può neanche pretendere che tutta la famiglia allargata vi partecipi serenamente come se fosse un matrimonio tra un uomo e una donna: certe cose richiedono un cammino che va oltre le singole persone e che richiede anche un cambio di generazione.
Tra i due estremi (rifiutarsi di partecipare e parteciparvi come se niente fosse) c'è tutta una serie di posizioni intermedie che alla fine solo la coscienza del singolo può discernere. E per un credente la coscienza del singolo dovrebbe essere illuminata dalla Parola di Dio, che è qualcosa di ben più grande che la semplice dottrina della Chiesa. Questa può valutare l'atto in sé, ma è quella che aiuta a valutare quando al posto dei ruoli sessuali (maschio e femmina) ci stanno nomi, cognomi e storie.

"Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona"

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page