13 novembre 2016

musica e fede

Ieri sono andato ad ascoltare un concerto d'organo con repertorio classico e contemporaneo. E per l'ennesima volta è capitata la stessa reazione: la musica di Bach ti fa spontaneamente guardare in alto, in particolare il grosso crocifisso che era nella chiesa mentre la musica contemporanea ti fa guardare in giro... La musica di Bach è intrisa di fede, quella contemporanea è intrisa di terra. Se di là le linee melodiche si susseguono rincorrendosi, di qua tutto va più disordinatamente (o forse c'è un ordine ma io non lo conosco). Specchio dei tempi: un'ordine che dalla terra sale al cielo ai tempi di Bach e un moltiplicarsi delle possibilità in apparenza inconciliabili nella contemporaneità. E però, a voler seguire la metafora, un ordine gerarchico incrollabile ai tempi di Bach e lo "smontaggio" rivoluzionario della contemporaneità, che fugge ogni ordine. Però: potrà esistere un "nuovo ordine" oppure dovremo sentirci perennemente smontati anche interiormente?

"Vedi, oggi ti do autorità
sopra le nazioni e sopra i regni
per sradicare e demolire,
per distruggere e abbattere,
per edificare e piantare". (Ger 1,10)

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