17 aprile 2017

generazione x

Mi sono buttato nella lettura di libri inglesi di sociologia della religione perchè, dopo aver fatto il pigro per qualche settimana, mi sono reso conto che entro metà maggio devo consegnare un articolo per la rivista della facoltà teologica di Torino. Dopo il momento ansiogeno ho ritrovato un ritmo è ho potuto godermi la descrizione della partecipazione religiosa della cosiddetta "generazione X" (nati dal 1965 al 1981) in diverse denominazioni evangeliche e pentecostali statunitensi.  C'è di tutto, c'è soprattutto la protesta contro le istituzioni religiose e la ricerca di nuove strade all'interno delle denominazioni (uso di certe musiche, di certo abbigliamento, di certi modi di fare, ecc.)
Poi mi sono reso conto che anch'io sono della generazione X e che stavo leggendo esattamente che cosa anch'io facevo (e faccio). Per un verso mi sono tranquillizzato: tutto normale. Per altro verso mi sono chiesto: ma quando c'era tutto questo fermento e questa insofferenza le parrocchie cattoliche italiane che facevano? Se ben ricordo si beavano ancora dei grandi numeri anche di giovani.
Peccato: se fossero state più lungimiranti avrebbero capito che il clima era cambiato e non saremmo qui oggi a piagnucolare e a brancolare alla ricerca di nuove strade.


"Tornate alle mie esortazioni:
ecco, io effonderò il mio spirito su di voi
e vi manifesterò le mie parole.
Perché vi ho chiamati ma avete rifiutato,
ho steso la mano e nessuno se ne è accorto." (Pr 1,23-24)

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