04 agosto 2017

ferita d'amore

In questi giorni di tranquillo caldo da paura ho ripreso alcuni testi che mi avevano passato e che non avevo letto a suo tempo. Testi vari, senza un ordine preciso. Uno di questi è Contemplate, una delle quattro lettere scritte dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le società di vita apostolica in occasione dell'anno della vita consacrata. Questo in particolare ha come sottotitolo: Ai consacrati e alle consacrate sulle tracce della Bellezza. Al n. 32, citando S. Giovanni della Croce usa l'immagine della ferita è mi ha colpito non poco: "O fiamma d'amor viva, che amorosamente ferisci della mia anima il più profondo centro! Poichè non sei più dolorosa, se vuoi ormai finisci; squarcia il velo di questo dolce incontro" E il commento poco sopra: "La contemplazione diventa ferita dell'Amato che ci ricrea". Certo ci voleva l'ondata di caldo "Lucifero" per tornare su questi testi ma l'illuminazione che ho avuto è stata: noi cerchiamo di risolvere ogni inquietudine, ogni ansia, ogni problema e facendo così finiamo o nella depressione (perchè non tutto si riesce a placare) o nella noia e nell'aridità (perchè tutto si appiattisce). Invece la vita spirituale ha bisogno di ferite, di prove, di inquietudini e di ansie per tenere aperta la porta alla ricerca di qualcosa di profondo e alla visita di Colui che dal profondo ci viene incontro.

"Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato
l'amore dell'anima mia;
l'ho cercato, ma non l'ho trovato" (Ct 3,1)

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