22 luglio 2017

eventi: la grande apparenza

le mascottes delle Olimpiadi di Torino
Mancano poche ore alla partenza ma non posso non riportare il contenuto di un articolo da La Voce e il Tempo, settimanale della diocesi di Torino, in cui l'ex assessore e filosofo Ugo Perone racconta la svolta della città sotto il sindaco Castellani quando, negli anni '90, decide di abbandonare la sua identità industriale per cambiare pelle. Un articolo interessantissimo, che mi riporta agli anni delle passioni politiche, che contiene un dato sul quale non avevo mai riflettuto. Le Olimpiadi del 2006 non sono state la causa della svolta di Torino e l'affermarsi della sua vocazione turistica, bensì l'effetto di quel decennio di lavoro nascosto per ricucire le relazioni e per dibattere con tutte le forze sociali e culturali del futuro della città. Infatti la stessa vittoria di Torino a sede olimpica è stato ottenuto da una sinergia eccezionale che mi ero dimenticato ma che sapevo perchè ai tempi era stata ampiamente divulgata. Le Olimpiadi hanno fatto solo da volano.
Ecco: gli eventi possono solo fare da volano per qualcosa che c'è già ma  non possono creare nulla di nuovo. Le Gmg servono nella misura in cui c'è il lavoro alla base delle diocesi ma da sé non producono nulla. I grandi anni, le lettere pastorali, ma anche le politiche dei grandi eventi servono solo se c'è fermento alla base, altrimenti sono come neve al sole. Peccato che la  Chiesa Italiana con la storia dei piani decennali e dei convegni ecclesiali negli ultimi vent'anni abbia prodotto solo materiale da archivio. Forse l'era di papa Francesco ci risveglierà dal lungo sonno.



"C'è chi fatica, si affanna e si stanca,
eppure resta sempre più indietro" (Sir 11,11)

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