07 ottobre 2017

paesi e città

Ieri sera ho concluso una serie di incontri con il vescovo e gli amministratori e forze sociali delle varie zone della diocesi. Ho avuto modo di tastare il polso di quasi tutta la diocesi, tranne che quello della città. Venendo da un paese ho sempre capito che c'è un problema di rapporto tra paesi e città: quelli della città saprebbero tutto e avrebbero ritmi e stili di vita diversi da quelli dei paesi. Avrebbero molte più opportunità, seppur anche molto più caos. Dopo 16 anni di intensa vita cittadina anche a me viene spontaneo "spiegare" le cose a quelli dei paesi.
In verità ieri sera ho potuto sentire la passione civile di quelli dei paesi, che non è da meno di quella della città. Ho sentito un vicesindaco giovane descrivere in parole semplici ma efficaci i problemi dei giovani e dell'integrazione nel tessuto del paese di gente di fuori. Ho ammirato il suo piglio nel prendere il telefono e telefonare ad uno ad uno i bambini e le famiglie per coinvolgerli. Un piglio che in città non ci sogniamo neanche di avere perchè non sarebbe possibile, salvo poi magari neanche ingegnarsi per trovare una alternativa.
Insomma: per educarsi alla passione civile bisogna frequentare i paesi, per specializzarsi bisogna poi frequentare la città. Forse vale anche per le parrocchie...

"Allora si dissero l'un l'altro: «Facciamo risorgere il popolo dalla sua rovina e combattiamo per il nostro popolo e per i nostri luoghi santi»." (1 Mc 3,43)

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