17 febbraio 2018

guerra tra poveri

Ieri mi confrontavo con una volontaria che in parrocchia dà una mano per l'aiuto alle persone in difficoltà. Mi rivelava che si era resa conto della "guerra tra poveri": persone aiutate che sparlano di altre persone aiutate, dicendo che non se lo meritano. Oppure che controllano il lavoro svolto da loro in cambio dei generi alimentari per poter dire che le ore non sono quelle dichiarate. Anch'io il giorno passando in quelle case popolari lì avevo trovato che la signora che due anni fa ci aveva presentato una famiglia vicina di casa come bisognosa di aiuto, ora dicesse peste e corna perchè troppo aiutata.
La guerra tra i poveri è una dinamica reale, che pesca nella lotta per la sopravvivenza di lontana memoria (ma che periodicamente ritorna per qualcuno). Fa parte di quegli istinti di paura e di autodifesa che non è mai bene manipolare perchè prima o poi si trasformano in azioni anche violente. Per questo l'atteggiamento assistenziale va condannato alla radice: apparentemente aiuta, di fatto rompe il tessuto sociale, generando nei volontari il virus del sentirsi indispensabili per la sopravvivenza di altri.

"Se il serpente morde prima d'essere incantato, non c'è niente da fare per l'incantatore" (Qo 10,11)

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