15 maggio 2019

l'Europa che non c'è

Sono rimasto un po' indietro sul blog e ora devo recuperare alcune cose interessanti dei giorni scorsi. Iniziamo dall'incontro di lunedì con Domenico Quirico, lucido e militante giornalista che fa sempre piacere ascoltare nonostante il tono un po' violento del suo discorso, che però è ampiamente giustificato dal contatto diretto e personale con i problemi di cui parla. Invitato a parlare sull'Europa la sua tesi è semplice: l'Europa non c'è mai stata nella testa di coloro che l'hanno guidata. C'è sempre stata prima il desiderio di mettere pace sul Reno tra Francia e Germania dopo secoli di sangue, poi gli interessi nazionali e infine la "mucca" da cui mungere soldi per tenere in piedi, per esempio, una agricoltura in crisi. Ora che i soldi sono finiti allora compaiono le accuse all'Europa.
C'è anche l'aspetto positivo. Dice che l'Europa non fa strada nel mondo per l'economia (non gliene frega niente a nessuno fuori Europa) ma perchè è una zona di "diritto", in cui c'è l'assoluto rispetto teorizzato (anche se non sempre praticato) della sacralità del singolo essere umano "in astratto", cioè a prescindere da chi esso sia. Pertanto il grande antieuropeismo non è il prendersela con Bruxelles (che è tipo il bimbo che litiga per il giocattolo che i suoi gli hanno momentaneamente tolto), ma il fare discriminazioni a seconda di chi sei (es. se sei migrante politico o economico, se sei migrante ingegnere o poveraccio). Bella tesi e plausibile. Ancora una volta  a dimostrazione che la gran parte del dibattito pubblico sull'Europa è fuffa.

"Non seguirai la maggioranza per agire male e non deporrai in processo per deviare verso la maggioranza, per falsare la giustizia." (Es 23,2)

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