18 luglio 2019

di ritorno dalla ... terra francese

Tornato ieri dopo 16 giorni di dibattiti, confronti, lavori di gruppo e nuove conoscenze e amicizie a Lione. Bella città, bei luoghi nei boschi dove eravamo, clima perfetto, cucina... da brividi. Mi sono appuntato sei ricordi, che scriverò man mano, a due a due.

Prima coppia  di ricordi: riguardano i primi giorni, quando si è fatta la conoscenza dei diversi Prado in giro per il mondo, attraverso la voce dei loro rappresentanti.
1) Primo ricordo: ma dov'è la Guadalupa, di cui c'era un giovane rappresentante? Dov'è l'isola di Rèunion, di cui c'era un rappresentante? E quanti stili diversi di intervenire in pubblico, di mangiare, di pregare e cantare, di passare il tempo libero. Uno spagnolo mi dice che io sono praticamente come gli spagnoli (?!), ma lui è di Avila, mentre l'altro che è di Bilbao è già diverso e quello dell'Andalusia, ancora diverso... Per non parlare dei coreani (del Sud), che appena hanno un po' di tempo libero vanno su è giù per la strada senza arrivare da nessuna parte, mentre noi quando si fa qualche giro a piedi hai sempre una mèta..

 «È troppo poco che tu sia mio servo
per restaurare le tribù di Giacobbe
e ricondurre i superstiti di Israele.
Ma io ti renderò luce delle nazioni
perché porti la mia salvezza
fino all'estremità della terra». (Is 49,6)


2) Secondo ricordo: la Chiesa cattolica è proprio universale. La stessa, eppure così diversa da paese a paese. Il rappresentante libanese parla della guerra di Siria, il rappresentante egiziano dei rapporti con i musulmani, il rappresentante svizzero del rapporto con i protestanti, i rappresentanti dell'America Latina dei soprusi ad opera dei potenti, ma quelli del Cile dei problemi di una chiesa i cui vescovi hanno tutti dato le dimissioni. I rappresentanti coreani del fatto di essere minoranza assoluta, mentre quelli europei dell'essere diventati di fatto minoranza. Quelli dell'Africa dei problemi di povertà, ecc ecc ecc. Come siamo meschini quando facciamo dei drammi sui preti che mancano, sulla pastorale da portare avanti, sulle questioni amministrative da risolvere... Un po' di sano cosmopolitismo può renderci meno "provinciali"!

"Dopo alcuni giorni Paolo disse a Barnaba: «Ritorniamo a far visita ai fratelli in tutte le città nelle quali abbiamo annunziato la parola del Signore, per vedere come stanno»." (At 15,36)

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