30 novembre 2019

la forza della musica

Ho fatto un'intervista per il bollettino parrocchiale con il capo dei musici di San Lazzaro e ci siamo ritrovati a pensare le stesse cose. Non è che io sia un musico, ma l'esperienza del pianoforte ogni tanto mi apre qualche strada che poi devo richiudere perchè di professione faccio altro. Per esempio l'idea che la musica abbatte i confini e le frontiere e non tollera di essere costretta dentro appartenenze o gruppi. E' vero che ci sono canti e musiche collegati a popoli, a gruppi, a esperienze particolari. Ma nel momento in cui vengono riproposti, fanno leva su tasti interiori che sono di tutti.
In secondo luogo la musica non tollera la metodicità, anche se la presuppone. Sei obbligato ad avere una certa disciplina per entrarvi ma poi devi lanciarti come da un trampolino.
Infine la sua tensione oltre. Se il periodo è incasinato, la musica richiama alla pace; se il periodo è calma piatta, la musica agita; se il periodo è da "populisti", la musica crea contaminazioni con altre culture; se il periodo è troppo sincretico, la musica si fa popolare. E soprattutto la musica tende a Dio. Anche la musica satanica tende a dio, ma quello con la d minuscola.

"Cantate inni al Signore con l'arpa,
con l'arpa e con suono melodioso;
con la tromba e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore." (Sl 97,5-6)

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