04 maggio 2020

Cosa ci lasciamo dietro?

Pressato da mia sorella mi sono deciso a mettere mano agli archivi passati per liberare il garage a San Damiano. Un tempo ero minuziosissimo e ho tutto schedato e distinto, dai biglietti dei treni alle cose più importanti. I faldoni sono stati fermi per due settimane, perchè non osavo aprirli. Ieri ho aperto il primo e dopo un quarto d'ora ho lasciato perdere. Sembrava come se fossi trafitto dai ricordi e in sto periodo non è bello farsi prendere da quella che i brasiliani chiamano saudade. Solo questa mattina, mentre finalmente si poteva andare a correre, ci ho ripensato e ho capito una cosa.
E' vero che bisogna sempre guardare avanti e mai indietro, come ho sempre creduto. Ma nel senso che non bisogna recriminare sul latte versato e sulle strade scelte. Invece mi sono convinto che ogni tanto bisogna guardarsi indietro per capire se ci siamo lasciati dietro cose importanti e che vanno recuperate. Se il ritmo di vita è intenso, è facile dimenticare e lasciarsi dietro cose e persone, come quando prendi il treno e... ciao.
Anche in questa epidemia possiamo guardare indietro per vedere che cosa abbiamo perso per strada: così potremo guardare avanti e costruire qualcosa di migliore, che valorizzi tutta l'esperienza fatta.

 "Porrete dunque nel cuore e nell'anima queste mie parole; ve le legherete alla mano come un segno e le terrete come un pendaglio tra gli occhi; le insegnerete ai vostri figli, parlandone quando sarai seduto in casa tua e quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai" (Dt 11,18-19)

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