07 dicembre 2020

un biblista militante

 Finalmente ho terminato di leggere il commento a Matteo di Ulrich Luz, un biblista evangelico svizzero: ben 625 pagine! Peccato che sia solo il primo di quattro volumi e in tutte queste pagine è arrivato solo al capitolo 7 del vangelo di Matteo😌 Ma cosa c'è da scrivere tanto? Eh... ce n'è, ce n'è. Ma la sorpresa è arrivata alle ultime 20 pagine, quando ha fatto una attualizzazione del discorso della montagna, facendone capire la portata politica e sociale all'inizio del millennio (l'opera è del 2002, ma probabilmente scritta a cavallo del millennio). Mettendo in campo la fine della guerra fredda e del regime sovietico, la "pax Americana" fittizia, ecc. ecc. Chi se lo aspettava da un austero biblista? Eppure il suo discorso fila bene e non farò nessun riassunto per non togliere il piacere di leggersi 625 pagine 😅! Però il messaggio è chiaro: la Bibbia, la fede c'entrano con la politica e con il mondo, non solo con la spiritualità del singolo. Perciò è cosa buona e giusta leggere la Parola di Dio per giudicare governanti e politici del mondo intero, ma soprattutto per trovare qualche dritta saggia da seguire e divulgare.

"Il Signore dell'universo non guarderà in faccia a nessuno,
non avrà riguardi per la grandezza,
perché egli ha creato il piccolo e il grande
e a tutti provvede in egual modo.
Ma sui dominatori incombe un'indagine inflessibile.
Pertanto a voi, o sovrani, sono dirette le mie parole,
perché impariate la sapienza e non cadiate "
(Sap 6,7-9)



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