un teatro vuoto
Ieri ho visto il concerto di capodanno dalla Fenice di Venezia. Un teatro vuoto di pubblico, dove la platea è diventata un unico palcoscenico enorme con distanze regolari sia per coro sia per orchestra. faceva impressione a vedersi, più ancora che con i musicisti dotati di mascherina. Una foto emblematica della pandemia ma anche della creatività che cerca di reagire e di costruire un nuovo modus vivendi. La fase della convivenza con il virus non richiede che uno sia proiettato a quando finirà: il tempo potrebbe essere veramente lungo. Richiede che uno ricostruisca l'abc del vivere con modalità nuove.
La musica e l'arte non sono opzionali, così come non è opzionale lo sport, lo scoutismo in presenza, le celebrazioni, le iniziative di aggregazione. Se vanno cambiate per adeguarle agli standard di disciplina, ok. Ma non rinunciamo troppo presto ad esse: l'emergenza non è solo sanitaria e non è solo economica.
"La vergine allora gioirà danzando
e insieme i giovani e i vecchi.
Cambierò il loro lutto in gioia,
li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni." (Ger 31,13)
Cambierò il loro lutto in gioia,
li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni." (Ger 31,13)
Etichette: pandemia, stile di vita
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