03 febbraio 2022

Achille Lauro

Troppo bella la risposta dell'Osservatore Romano alle polemiche intorno alla buffonata di Achille Lauro al Festival di Sanremo che si autobattezza e sfrutta l'immaginario cattolico per fare audience. Perchè di questo si tratta e non di blasfemia, che richiederebbe una certa intelligenza nel male. Interessanti però le reazioni. In ordine di valore (dal meno valido al più):
- Meloni, Salvini & co: indignazione somma
- chiacchierata informale a casa: non vale la pena replicare
- vescovo di Sanremo: restio ad intervenire ma lo fa per le persone semplici che potrebbero restare disorientate se nessuno dicesse niente
- direttore di Famiglia Cristiana: il tipo lo fa per interesse e sarebbe meglio non replicare per non fare il suo gioco, ma bisogna cmq dire qualcosa per salvaguardare le persone semplici
- Osservatore Romano: è uno scemo che per trasgredire deve ricorrere all'immaginario cattolico. Non ci sono più i trasgressori di una volta (rif. a David Bowie)

Mia opinione: quando c'erano ipocrisie, censure, benpensanti, ecc. la trasgressione era un valore. Ora che tutti tragrediscono, la trasgressione è noia e banalità e dà fastidio se la si usa per guadagnarci su.

 "Quando vedrete l'abominio della desolazione stare là dove non conviene, chi legge capisca, allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano ai monti" (Mc 13,14) 


Achille Lauro che affonda (1994)

Achille Lauro: "Occhio all'acqua..."






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