La chiesa indietro?
Mi ero dimenticato di riportare le osservazioni su altri due incontri ai quali avevo partecipato lunedì scorso al salone del Libro di Torino. Uno era su don Minzoni e vedeva al tavolo Emma Fattorini e Alberto Melloni, l'altro con Michele Santoro e p. Alex Zanotelli sulla pace. Entrambi accomunati da una critica neanche troppo velata sui ritardi della chiesa e sul fatto che abbia sempre intralciato tutto. Una cosa emersa ancora in questi giorni a proposito di don Milani. E' vero: normalmente sembra che la Chiesa in quanto insieme, sia un carrozzone che prima che si sposti hai tempo a morire. Un po' è prudenza, un po' saggezza, un po' indolenza, un po' miopia, un po' calcolo. Vorremmo tutti che si desse una mossa invece di mostrare attaccamento non per la Tradizione, ma per le tradizioni e i modi di pensare del tempo che fu.
Ma dopo i due incontri e i toni quasi arrabbiati dei protagonisti mi sono detto che anche i cosiddetti "profeti" quando invecchiano inacidiscono e hanno bisogno sempre di qualcuno contro cui lottare. O nella battaglia del confronto (per es. sui temi della pace) o nella battaglia del lavoro dello storico che non riesce a dare uno sguardo sereno. Don Milani e don Minzoni come il 25 aprile? Palestre per misurare i muscoli e le "armi" delle parti in causa?
Una cosa è certa: meglio non aspettare la chiesa e meglio non cercare il consenso della maggioranza. Meglio percorrere le strade che devi percorrere e lasciare il compito ad altri di mediare con chi è più cauto. Ma meglio comunque non prendersela con la chiesa: è come sparare sulla Croce Rossa e rischi di sbagliare il tiro.
"Quale uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni" (Sap 9,13-14)
Etichette: chiesa
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