29 maggio 2023

La chiesa indietro?

 Mi ero dimenticato di riportare le osservazioni su altri due incontri ai quali avevo partecipato lunedì scorso al salone del Libro di Torino. Uno era su don Minzoni e vedeva al tavolo Emma Fattorini e Alberto Melloni, l'altro con Michele Santoro e p. Alex Zanotelli sulla pace. Entrambi accomunati da una critica neanche troppo velata sui ritardi della chiesa e sul fatto che abbia sempre intralciato tutto. Una cosa emersa ancora in questi giorni a proposito di don Milani. E' vero: normalmente sembra che la Chiesa in quanto insieme, sia un carrozzone che prima che si sposti hai tempo a morire. Un po' è prudenza, un po' saggezza, un po' indolenza, un po' miopia, un po' calcolo. Vorremmo tutti che si desse una mossa invece di mostrare attaccamento non per la Tradizione, ma per le tradizioni e i modi di pensare del tempo che fu.

Ma dopo i due incontri e i toni quasi arrabbiati dei protagonisti mi sono detto che anche i cosiddetti "profeti" quando invecchiano inacidiscono e hanno bisogno sempre di qualcuno contro cui lottare. O nella battaglia del confronto (per es. sui temi della pace) o nella battaglia del lavoro dello storico che non riesce a dare uno sguardo sereno. Don Milani e don Minzoni come il 25 aprile? Palestre per misurare i muscoli e le "armi" delle parti in causa?

Una cosa è certa: meglio non aspettare la chiesa e meglio non cercare il consenso della maggioranza. Meglio percorrere le strade che devi percorrere e lasciare il compito ad altri di mediare con chi è più cauto. Ma meglio comunque non prendersela con la chiesa: è come sparare sulla Croce Rossa e rischi di sbagliare il tiro.

"Quale uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni" (Sap 9,13-14)



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