05 giugno 2011

devo ricredermi sul crocifisso

Già, bisogna ammettere i propri errori. Sulla vicenda del crocifisso nelle scuole e sul pronunciamento prima negativo poi positivo del Consiglio d'Europa ero rimasto abbastanza indifferente, forse perchè non la consideravo una battaglia così entusiasmante. Poi in questi giorni ho avuto modo di leggere la sentenza vera e propria della Gran Camera del Consiglio d'Europa con tutta la documentazione prodotta dai ricorrenti: stati, organizzazioni non governative, parte in causa, ecc.
E ho concluso che era da delirio lasciar correre la sentenza negativa sull'esposizione del crocifisso e che bene ha fatto l'Italia a fare ricorso, trascinandosi dietro altri stati. Infatti la sentenza finale della Gran Camera ha argomentato con grande equilibrio e saggezza:
1) è competenza della Camera pronunciarsi in merito al crocifisso perchè non è una cosa semplicemente di "arredo" ma concerne con l'ambiente scolastico più complessivo, che comprende l'insegnamento che vi viene impartito (dunque non si può sminuire il ricorso dicendo che la valutazione va lasciata alle singole scuole)
2) il crocifisso è simbolo religioso, nonostante quel che si dica sul suo valore civile o di identità nazionale, perciò è legittimo che qualcuno possa ricorrere contro di esso
3) non è solo un simbolo religioso e se addirittura in Italia è previsto che esso rientri nella dotazione obbligatoria della classe, significa che esso assume valore identitario. Su questo la Camera d'Europa non può dare una valutazione o delle direttive
4) E tuttavia è possibile da parte europea esercitare un controllo, per valutare se attraverso la motivazione dell'identità nazionale non si nasconda qualche indottrinamento o oppressione delle minoranze
5) A tal proposito anche se un simbolo esprime la religione della maggioranza di un paese, questo non è sufficiente per parlare di "indottrinamento"
6) Oltretutto il crocifisso è un simbolo "passivo" e non equivale ad un programma di studio sul cristianesimo, perciò a maggior ragione non si può parlare di indottrinamento
7) Ancor più in Italia dove la scuola garantisce lo spazio per altre religioni: la possibilità di indossare il velo islamico, regole per conciliare la frequenza scolastica e pratiche religiose minoritarie, a volte il festeggiamento del ramadan
8) Oltretutto il crocifisso non ha impedito ai genitori da cui era partito il ricorso di proporre un loro insegnamento alternativo

A leggere tutto questo articolato viene da pensare: perchè se ai ricorrenti dà così fastidio il crocifisso appeso non si levano dalle balle e emigrano?

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4 Commenti:

Alle 5 giugno 2011 alle ore 19:42 , Anonymous Anonimo ha detto...

No, non ci posso credere che proprio tu abbia scritto: "perchè...non si levano dalle balle e emigrano?"!! Forse eri nei "5 minuti-no" della giornata!

 
Alle 7 giugno 2011 alle ore 13:55 , Anonymous mary ha detto...

Sì, hai ragione, verrebbe da pensarlo; nei termini in cui l'hai espresso tu o con altri termini, la sostanza del discorso è poi quella...
E' difficile accogliere gli altri per quello che sono, senza pretendere di cambiarli ogni volta che a noi farebbe comodo così, ma penso che sia altrettanto importante educare gli altri ad accogliere noi per quello che siamo...
Senza cattiveria, senza risentimento, ma con umiltà e fermezza.

 
Alle 7 giugno 2011 alle ore 13:56 , Anonymous dino ha detto...

no, no
sono proprio io
e non ero nei cinque minuti-no, diciamo solo un po' scosso da tutta quella sentenza. Sono 7 pagine di rivista!

 
Alle 7 giugno 2011 alle ore 16:11 , Anonymous Anonimo ha detto...

la prossima volta che sarai intento a leggere qualcosa che ti può provocare di nuovo reazioni del genere, dimmelo per tempo, che ti sto alla larga:non si sa mai!

 

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