01 febbraio 2012

costruire una cattedrale


In questi giorni di neve e di rinvio di riunioni varie, sto guardando le quattro puntate di "I pilastri della terra". Al termine della terza puntata c'è una scena indescrivibile: uno dei protagonisti, Jack lo scultore, dopo essere fuggito dall'Inghilterra e dalla donna che amava (ma anche dalla vita di monaco alla quale era stato praticamente costretto pur di continuare i lavori ad una cattedrale), si ritrova in Francia e si reca al cantiere della cattedrale di St Denis. Entra nella cattedrale e la sua espressione cambia d'aspetto: dalla disperazione alla luce (uno sguardo veramente luminoso). In una scena è incluso tutto il significato che per la gente del Medioevo dava all'edificazione di una cattedrale: una fede legata all'arte e alla vita interiore che suggeriva.
Chissà se oggi è possibile ricostruire un cristianesimo non tanto fatto di arte (spesso questa è roba da dotti e esperti, ma non da gente comune) quanto di visione, di senso del sacro e di bellezza?

5 Commenti:

Alle 3 febbraio 2012 alle ore 17:07 , Anonymous Anonimo ha detto...

La forma trasmette qualcosa in più e le cattedrali gotiche erano sublimi ed ispiravano il senso del sacro: non capisco perché vorresti scindere le due cose.
Credo che l'architettura delle chiese ispirerebbe anche oggi gli stessi sentimenti di allora, solo che tanti edifici di culto post-conciliari sono così brutti, spogli, uniformemente banali, poco interessanti, liturgicamente bizzarri e poco ispirati!
Molti sono solo dei sistemi di spazi funzionali alla vita parrocchiale e non hanno "anima", rinunciano all'arte figurativa, e rifiutano gli stili storici.
Capisco che il "contenitore" e l'estetica non devono distogliere i fedeli dall'azione liturgica, ma non ti è mai capitato di provare una sensazione diversa, quasi mistica, quando segui una funzione in una chiesa "storica"?
A me sì e le migliaia di persone che visitano e partecipano alle funzioni nelle chiese antiche sono la dimostrazione che non è "roba da dotti".

 
Alle 3 febbraio 2012 alle ore 19:23 , Anonymous Anonimo ha detto...

Infatti: bisognerebbe tenerne conto nella nostra chiesa, anche se è pensata per essere spoglia. Oggi la liturgia si fa attraverso la visione e le sensazioni prima ancora che attraverso le parole e i contenuti. Sarebbe bello parlarne e trarre conseguenze concrete.
Circa l'arte come affare da dotti: mi riferivo alla moda di abbellire i libri di catechesi con dipinti e opere d'arte. Se li conosci già allora comunicano, ma se non li conosci sono solo riferimenti dotti e per esperti: altra cosa sarebbe vedere dal vivo il dipinto...

 
Alle 6 febbraio 2012 alle ore 11:32 , Anonymous Anonimo ha detto...

Non ritengo una "moda" abbellire i testi (e non solo i libri di catechesi) con riproduzioni di dipinti o opere d'arte e non penso che se già non li conosci non ti comunichino niente:
sin da piccoli è consigliato "esporre" i bambini all'arte -tra cui la musica -, in qualsiasi modo (quindi non solo portandoli a vedere dal vivo mostre o a teatro) perché anche se non comprendono il significato "dotto", rimangono colpiti dai colori, dalle sagome e ne rimangono affascinati e positivamente influenzati.
E poi i bambini hanno un'innata sensibilità all'arte: certo che bisogna educarli a vedere, pensare, sentire, creare, cercando di stimolare tutte le sue capacità.
L'arte ha un'influenza positiva sui piccoli, stimola l'intelligenza, induce alla calma, favorisce il benessere e si rivela fondamentale per lo sviluppo della fantasia!

 
Alle 12 febbraio 2012 alle ore 12:32 , Anonymous Anonimo ha detto...

ah beh a quello non avevo pensato
forse hai ragione tu

 
Alle 14 febbraio 2012 alle ore 09:07 , Anonymous Anonimo ha detto...

chissà...forse...mai esserne certi...però:

"Ah! Non dire che sei d'accordo con me.
Quando la gente e' d'accordo con me mi sembra sempre di essere nel torto."
Oscar Wilde

"Preferisco avere all'incirca ragione, che precisamente torto."
John Maynard Keynes

http://www.drzap.it/Ragitort.htm...e qui ne trovi tante altre!!

 

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