23 luglio 2013

arte e religione

Ho visto il vecchio film Andrej Rubliov di Tarkovskij che mi ha preso ben tre ore in quella "serra" che è la sala alla sera. Non pensavo di farcela. E invece nonostante la lentezza e il bianco e nero, la vicenda mi ha preso e mi ha pure ricordato i romanzi di Dostoevskij. Mi è rimasto impresso il profondo legame tra pittura e preghiera e quell'idea per cui l'arte di deve sposare con l'umiltà, altrimenti è solo capacità pittorica.
Vale per molte cose:
- la sapienza non è solo capacità di conoscere, ma richiede l'umiltà del conoscere ancora
- l'amicizia non è solo capacità di intrattenere legami, ma richiede l'umiltà del lasciar spazio agli altri
- l'amore non è solo capacità di andare incontro in profondità, ma richiede l'umiltà del lasciar libero l'altro senza possederlo
- la tecnica non è solo capacità di dominio sulla natura, ma richiede l'umiltà del sapersi limitare quando è usata per distruggere
ecc ecc
Anche la fede non è solo capacità di entrare in relazione con Dio ma richiede l'umiltà di sottomettersi a lui.

2 Commenti:

Alle 23 luglio 2013 alle ore 15:14 , Blogger Rué ha detto...

Mi ha colpito soprattutto: l'arte si deve sposare con l'umiltà, altrimenti è solo capacità "tecnica".
Condivido sino in fondo, e difatti - in musica - non condivido chi cerca di guadagnare vendendo una prestazione che sia concertistica o stampata su cd.
Per questo mi sono già attirato molte antipatie anche tra i colleghi; però la penso così: se vuoi essere libero devi scrivere e suonare sempre e solo quello che ti passa nell'animo, altrimenti è soltanto la vendita di una capacità tecnica.
I concerti dovrebbero essere sempre gratuiti o al limite a offerta e i cd ad un prezzo ridicolo come su itunes, come mi sforzo di fare anch'io rinunciando alla rincorsa a facili guadagni in favore dell'autenticità e della fonte che regala l'arte che deve essere accessibile a tutti.
Sono infatti convinto che qualsiasi arte - quando sincera e ispirata - sia per tutti coloro che possono goderne una vera e propria fonte, in quanto nel momento dell'ispirazione autentica c'è un "regalo" che viene fatto dall'alto all'artista, un regalo che svela una piccola verità, che avvicina ulteriormente l'uomo all'infinito.
E questo non può essere oggetto di mercato, né di trattative economiche o di commissioni imposte da contratti.
Altra cosa è l'arte da intrattenimento, ma quella è più vicina al mondo della moda che a quello dell'arte vera, la quale è sempre legata ad una profonda spiritualità e deve essere posta al suo servizio.
Dunque arte come "fonte di spirito"; non può seguire le logiche economiche degli uomini ma quelle dell'anima e dunque deve nutrire - e nutrirsi - in altro modo dalle logiche del corpo.

 
Alle 23 luglio 2013 alle ore 23:55 , Anonymous Anonimo ha detto...

...è il pellegrinaggio umano tra solitudine e compagnia, tra umanità e ferinità, tra il riso e il pianto delle creature ...con passo ponderato e a volte mesto ma che non si arrende e arriva a sentire i rintocchi di una campana, nuova...
:-)

 

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page