politica e giornalismo
Ho letto un'originale affermazione di un gesuita (non il Papa...) in un convegno recente sui rapporti tra comunicazione e politica. Secondo p. Occhetta "politica e giornalismo sono come due vasi comunicanti. Se il livello della politica è molto alto significa che il giornalismo è molto dipendente, mentre quando ad essere alto è il vaso del giornalismo significa che la politica è svuotata di valore e i centri decisionali si sono spostati altrove". Originale, ma anche strana.
Applicata all'evangelizzazione non funzionerebbe: se è alta la tensione evangelica allora la comunicazione del Vangelo è altrettanto vitale e viceversa. Come mai là funziona e qui no?
postato da Anonimo @ 15:13
2 Commenti
2 Commenti:
Anche qui si potrebbe dir qualcosa.
Non sempre una chiesa piena corrisponde poi ad un comportamento cristiano diffuso; per contro a volte si incontrano persone d'oro che hanno un comportamento da veri cristiani, ma poi parlandogli insieme ti dicono che la loro è una credenza latitante e nervosa, oppure che ascoltano il loro cuore senza sapere se è abitato da qualcun altro.
Io penso che il loro cuore sia abitato da Dio, e che a volte l'uomo se ne renda conto quando qualcuno glielo fa notare.
Mentre tanti che pensano di averlo nel cuore "per credo", a volte hanno un comportamento completamente assente dal Vangelo.
Certo, l'ideale è tutte e due le cose: ma forse non sono tantissimi; però tra le due specie precedenti preferisco sicuramente chi non mente a sé stesso e non mente soprattutto agli altri...
In questo si può dire che la crisi della religione nelle nuove generazioni (ma anche nelle vecchie) fa un po' da purificazione... Una volta era forse più diffusa la situazione in cui si andava in chiesa e non si viveva da cristiani. Oggi la tensione di chi va in chiesa a comportarsi di conseguenza è più elevata, penso.
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