05 dicembre 2016

passione civile

E così il referendum è andato. Al di là del risultato, resta la passione e la partecipazione che hanno coinvolto tutti quanti. Forse fino all'insulto. Però in una situazione in cui ciascuno si fa i fatti propri e snobba la politica, meglio un po' di sani insulti seguiti dal 70 % di elettori che una campagna elettorale di buone maniere come si faceva negli anni della Prima Repubblica (la seconda parte della prima repubblica), ma in cui non cambiava mai nulla e si sapeva già chi vinceva. Presi dall'ansia morale, tutti auspicano che i toni si moderino, ma l'ideale esiste solo nella fantasia di qualcuno e si fa quello che si può.
Ora sì che viene il bello e, tolto di mezzo il capro espiatorio (che si è ficcato da solo in quel ruolo) vediamo che faranno tutti coloro che neanche tre anni fa non sono neanche riusciti a nominare un presidente della Repubblica, ma hanno dovuto supplicare un novantenne a replicare il mandato. I politicanti da quattro soldi hanno la memoria corta. Una cosa però è certa: la costituzione non è materia di scontro per beghe elettorali e se qualcuno ci prova  a renderla tale, si scotta...

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