23 maggio 2017

mindfullness

Ieri sono andato a cena da amica di gioventù, psicologa, che mi ha raccontato del mindfullness, la meditazione terapeutica per recuperare un po' il senso di se stessi e la pienezza del presente. Di derivazione buddista, si può praticare per aumentare la consapevolezza di se stessi e delle cose che si fanno e si pensano, senza perennemente essere altrove. Mentre la spiegava mi veniva da tradurla in linguaggio spirituale: mettersi in ascolto dello Spirito, lasciarsi guidare dalla sua ispirazione, fare ascesi dalle troppe cose e i troppi pensieri che affollano la mente e ingombrano il cuore, ecc.
Insomma, sarà di derivazione buddista ma la sostanza è di ogni religione. Mi fanno un po' sorridere coloro che se la prendono con le tecniche che derivano da altre religioni solo per il fatto che derivano da altro. E' come prendersela con un mela matura e non mangiarla solo perchè è cresciuta su un ramo innestato su un melo selvatico...

"Se però alcuni rami sono stati tagliati e tu, che sei un olivo selvatico, sei stato innestato fra loro, diventando così partecipe della radice e della linfa dell'olivo, non vantarti contro i rami! Se ti vanti, ricordati che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te" (Rm 11,17-18)

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