20 febbraio 2018

vangelo di domenica 25 febbraio

Ecco il Vangelo di domenica prossima. Se qualcuno vuole commentare, utilizzerò i commenti nell'omelia.

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
 (Mc 9,1-9)

2 Commenti:

Alle 21 febbraio 2018 alle ore 10:47 , Anonymous Anonimo ha detto...

Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne…
Ci sono momenti o situazioni per noi Cristiani che ci appagano e ci fanno sentire in comunione con Dio.
Viviamo insieme ai nostri fratelli un’ esperienza di vicinanza a Dio molto intensa.
Questo avviene generalmente in luoghi particolari (pellegrinaggi, santuari …), in gruppi particolari (…), in situazioni particolari (ritiri, deserti..) o alla presenza di qualche personaggio carismatico o mistico.
La tentazione di rifugiarsi in questi momenti e di sfuggire alla vita quotidiana,diventa più forte che mai.
Queste situazioni devono essere però solo un’occasione per ricaricare le pile e consentirci di rientrare nella vita di ogni giorno con nuove energie.
Il vero obiettivo deve essere l’amore e il dono di sé a Dio e ai fratelli.
Come Gesù, dobbiamo poi scendere dal Tabor per affrontare il monte più impegnativo: il Calvario.

 
Alle 22 febbraio 2018 alle ore 20:40 , Anonymous Anonimo ha detto...

"Salire il monte insieme a Gesù,fatica ,curiosità ,dubbi, paure e poi sulla cima la luce,lo stare bene talmente bene

da voler fermarsi li stabilmente ,piantando tre tende.Questo avranno sperimentato Pietro,Giacomo e Giovanni,tre apostoli prediletti e anche noi come loro saliamo con fatica vicino a lui sperimentando paura, dubbio ,ma poi lo stare bene ,la gioia quando ci liberiamo degli inutili fardelli per sentire solo la Sua vicinanza;e poi magari lo perdiamo un po' e allora ricominciamo a salire fino a quella che sarà l'ultima ascesa ,quella definitiva dove potremo stare con Lui e con il Padre per sempre e riposare vicino al Suo cuore"

 

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