11 agosto 2019

La lunga strada della partecipazione

Sto leggendo in questi giorni un libro sull'esperienza sindacale della Fali (sindacato autonomo) all'interno della Riv-Skf. Molto interessante sia sul piano storico (storia di un'azienda, storia dei sindacati e dei lavoratori) sia sul piano sociologico per il modello di compartecipazione e di concretezza sui problemi che ne ha contraddistinto la strategia. A parte che quando leggo che se si sta sui problemi reali si trova la soluzione e quando si fanno delle ideologie si trova lo scontro mi salta in mente che con la stagione politica attuale siamo anni luce lontani.
Ma poi quando leggo che nel 2013 stilano un contratto di lavoro al di fuori di quello nazionale e di grande impatto, approvato dal 70% dei lavoratori (e hanno votato il 90%!) trasecolo. Il commento che ne segue è: "Quindi viene premiato il lungo lavoro faticoso, che abbiamo iniziato negli anni Settanta e Ottanta: avere una comunicazione efficace con la gente che va in fabbrica e fa i turni, entra alle sei, esce alle due. La sfida è coinvolgerli" (p. 117). Ecco: per coinvolgere ci vuole pazienza e tempi lunghi e ci vuole credibilità. Il sinodo nella nostra parrocchia è solo un primo passo, ma una volta imboccato il sentiero della compartecipazione e della sinodalità si torna indietro solo a causa di qualche arrogante dittatore.

"E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore" (Gv 10,16)

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