30 agosto 2019

Palio tra tradizione e novità

Ieri sera ho partecipato alla cena di presentazione del fantino per il nostro borgo e ho ascoltato dalla bocca dello "storico" del Borgo la vicenda del Palio di Asti nei secoli. Non sapevo che inizialmente fosse una corsa privata, dove chiunque poteva concorrere, basta che fosse sotto la tutela di una chiesa, una cappella o anche solo un pilone votivo. Segno della cristianità che ci siamo persi per strada. Ma ho ascoltato anche con interesse come nel 1967 alla ripresa del Palio, si fosse reinventato il tutto, modellato sugli attuali borghi, rioni e comuni. E so che quest'anno ci sono altre novità, come i due palii, uno per i borghi/rioni, l'altro per i comuni. Insomma: una cosa antica che viene continuamente reinventata per mantenere la presa sulla gente.
Anche la Chiesa è roba antica, continuamente reinventata. Anche una parrocchia deve restare con la sua identità ma continuamente reinventata. Anche una nazione deve avere la sua identità, continuamente reinventata a seconda delle situazioni e di chi se ne sente parte pur arrivando da altre nazioni (ius soli). Anche un giornale come la Gazzetta d'Asti che compie 120 deve garantire continuità, reinventandosi continuamente. Altrimenti tutto si impaluda e diventa mefitico.

"Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato!" (1Cor 5,7)

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