21 agosto 2019

la fede attraverso i funerali

Con l'arrivo di un funerale per venerdì mattina abbiamo fatto l'en plein: cinque funerali in settimana. Magari anche sabato. Da brivido: in gran parte persone che si conoscono poco, grandi mobilitazioni di gente ma anche qualche deserto. Viene spontaneo "lavorare in serie", ma ogni funerale è di una persona con la sua storia e con la rete delle sue relazioni. Così si può ipotizzare che ogni funerale è un'occasione per gettare una pietra nello stagno e provocare qualche cerchio d'acqua. E' solo un cerchio che dura poco, ma che può smuovere qualcos'altro. Qualcuno è più smosso, altri meno: non sai bene cosa capiti nel cuore delle persone che partecipano ad un funerale, ma l'impressione è che l'attenzione sia sempre abbastanza alta. Questo obbliga a prepararsi al meglio e a non ripetere per cinque volte le stesse letture, le stesse parole, le stesse preghiere.

"Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei.  Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!». " (Lc 7,12-13)

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