28 agosto 2019

paura dell'inferno

Ieri sono stato chiamato in ospedale da un signore che conoscevo da tempo e che era stato ricoverato un po' improvvisamente. Voleva che andassi da lui per confessarsi, ma purtroppo non ero in città e sono riuscito a passare solo questa mattina. Lui aveva trovato un altro sacerdote e mi ha detto che così era sicuro di andare in paradiso. La prima impressione è che mi sono sentito strumentalizzato: in fondo che io andassi a trovarlo non importava, l'importante era che svolgessi il mio ruolo. La seconda impressione, quella più seria è che se veramente vivessi una fede del terrore come la sua, sarei diventato ateo da tempo. Eppure non gliene si fa una colpa: probabilmente in passato il terrore dell'inferno, la corsa alle indulgenze e il "mettersi a posto" erano i capisaldi del cattolicesimo. Beh, è già tanto se oggi nonostante la secolarizzazione c'è un certo rispetto del cristianesimo: non fosse stato di origine divina a quest'ora sarebbe stato spazzato via come strumento di oppressione.

"Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi,
non guardi ai peccati degli uomini,in vista del pentimento." (Sap 11,23)

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