13 marzo 2020

essere in campo

Dà una certa sensazione vivere questi giorni. E' un po' come aver smesso gli allenamenti ed essere in partita. Un po' come aver finito di pianificare un viaggio ed essere partiti. Non si può più tornare indietro e soprattutto non ci si può più nascondere. E' come se ognuno di noi fosse guardato per come si comporta in quest
o frangente.
Questo gioco ha delle regole che non abbiamo deciso noi: sono state decise da altri, in questo caso da chi governa. Ma il gioco non sono le regole: è quello che avviene all'interno di queste regole e di un campo d'azione. Dipende da come ti sei allenato, certo, ma anche dalla passione che ci metti nel giocare e dalla tenacia con cui persegui la vittoria.
Inoltre, essendo un gioco di squadra, dipende anche dallo spirito di squadra che si è creato con coloro che giocano con te. E questo era meglio crearlo prima, perchè durante il gioco o si rafforza quel che c'è già o la squadra rischia di distruggersi e ciascuno giocare per sè.
C'è anche un avversario, ma in questo momento non si vede. E' genericamente identificato con un virus ma è qualcosa di più grande: non lo si vede perchè la partita è virtuale e non ce l'ha di fronte. Ma ti colpisce, ti atterra, ti mette alla prova.
Infine ci sarà un esito finale: restare vivi è il minimo, ma è anche restare vivi dentro e continuare a generare vita intorno a sé.

 "Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Gv 10,10)

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