31 marzo 2020

Le origini della creatività

Ho appena concluso la lettura di un libro di un biologo di nome Edward O. Wilson, intitolato Le origini della creatività. Incuriosito dal titolo, traduzione letterale dell'originale in inglese, ero pieno di aspettative. Poi poco alla volta mi sono rassegnato: il solito scienziato che tratta delle cose umane in modo scientifico e che dileggia la filosofia e soprattutto la religione, facendosi vedere artista e cultore di pittura, musica, poesia. Conosco il genere: da Dennett al nostro Odifreddi. Ma ho avuto tenacia e sono andato fino in fondo: l'ultima parte conteneva un gioiello. Secondo lui tutte le discipline umanistiche si devono fondare sulle discipline scientifiche ma andare oltre, come se queste ultime fossero un trampolino. Perchè? Perchè tutto quello che un artista immagina e crea, si basa comunque sui cinque sensi e questi sono prodotto di evoluzione di migliaia di anni. L'evoluzione va avanti e così in parallelo discipline scientifiche e umanistiche che hanno origine comune. Le prime senza le seconde sono aride, le seconde senza le prime sono pretenziose.
Bella riflessione: spiega perchè le riflessioni spirituali e teologiche che disdegnano la scienza siano saccenti e poco religiose, molto più espressione dell'orgoglio personale. E le ricerche scientifiche che disdegnano la religione siano meschine, anch'esse espressione dell'orgoglio personale.

"E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra»" (Gn 1,26)

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