29 marzo 2020

la morte del padre

Ieri mattina è morto mio padre. Malato da tempo di alzheimer, nelle ultime due settimane si era aggravato e la malattia ha fatto il suo decorso naturale, quasi il consumarsi di una candela. Morto nel migliore dei modi e in famiglia. Tre riflessioni mi venivano.
1. Quando manca uno dei genitori è come se si chiudesse un capitolo di storia. E' vero che si sapeva da tempo, è vero che c'è ancora un altro genitore, ma inizia un capitolo nuovo: ora sei tu che porti avanti la storia. Penso sia per questo che ci sia un quarto comandamento in cui si chiede di rendere onore al padre e alla madre: sono pezzi di te, qualunque sia stato il loro comportamento. I tuoi geni sono in parte loro, anche scientificamente
2. Quando sei colpito da un lutto, anche atteso, cambiano le priorità. Non hai più tanta voglia di prendertela per delle cose che non vanno e, anche se continui a remare di persona sulla tua barchetta, hai voglia di non cercarti i luoghi più arditi, ma di rilassarti interiormente per vivere questo e non altro. Nello stesso tempo scopri che le relazioni con le persone sono le cose più importanti che esistano a sto mondo.
3. Il fatto che sia successo in questo momento, quando non si può celebrare un funerale, non si può ricevere l'abbraccio e non si più abbracciare nessuno mette in campo una domanda più profonda: dove Dio ti sta conducendo? Io che ho sempre battagliato per affrontare questa vicenda del virus a testa alta da parte della Chiesa e non succubi ad aspettare di sapere cosa fare e cosa non fare, con un po' più di fede in Dio che in Conte: tutto questo cosa mi spinge a fare da domani in poi?
Intanto con mio nipote ci stiamo vedendo la trilogia di Matrix: per lui era la prima volta, per me sarà la quarta. Qual è il vero mondo?

"Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio." (Es. 20,12)

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