16 novembre 2020

Un nobel per la pace...andato a male

 In questi giorni la notizia che mi ha colpito di più è stata l'offensiva scatenata dal governo etiope sulle alture del Tigrai. Il presidente parla di attacco a terroristi ma sa tanto di pulizia etnica. Sabato tre razzi hanno colpito Asmara, la capitale eritrea con strage di civili. Sembra tutto un triste déja vu se non fosse che il presidente dell'Etiopia è Abiy Ahmed, insignito del premio Nobel per la pace nel 2019 per la pace raggiunta proprio con l'Eritrea dopo una guerra decennale. E allora come la mettiamo? Ad essere razzisti si dovrebbe dire che sti africani non ce la fanno proprio. Ma dopo quattro anni di Trump non lo si può più dire. Forse che la pace è veramente una speranza e non una realtà di facile acquisizione. Ci vuole tempo e intanto le vittime aumentano. Un po' come per il vaccino e l'epidemia, salvo che in questo caso la violenza è voluta dall'uomo.

"Perché dal piccolo al grande
tutti commettono frode;
dal profeta al sacerdote
tutti praticano la menzogna.
Curano alla leggera la ferita del mio popolo,
dicendo: «Pace, pace!», ma pace non c'è." (Ger 6,13-14)


Abiy Ahmed ritira il premio Nobel per la pace


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