11 dicembre 2020

I giornalisti scomodi

 Stamattina alla rassegna stampa in radio sentivo dell'articolo scritto da Monica Guerzoni dove si parla di una telefonata fatta da Conte per dare la giusta interpretazione all'accordo in Europa e al compromesso a cui il governo è giunto circa il Mes (meccanismo salva-stati). L'adagio era: il governo vuole suggerire i titoli dei giornali. Come se tutto fosse risolto. 

Ho già vissuto questa sensazione: una dirigente scolastica che se la prendeva con i titoli e questa settimana il direttore di un consorzio di vini che se la prendeva per le domande fattegli da un giornalista. E la gente in media se la prende anche con i giornalisti per i titoli ad effetto. Ovvio: c'è chi esagera. Ma non è detto che la "verità" stia dalla parte di chi è responsabile di qualcosa (governo, scuola, consorzio, ecc.). Loro di cose ne sanno, ma quello che non colgono è l'effetto che certe decisioni hanno. Inoltre loro tendono a pensare che avendo buone intenzioni questo sia sufficiente. Di buone intenzioni è lastricato l'inferno: chi prova dall'esterno a valutare la situazione e a cogliere tutti i risvolti, questo è più veritiero. Non è il politico che fa le scoperte scientifiche ma colui che segue un metodo scientifico. Non sono i vari responsabili che hanno il polso della situazione, ma coloro che la analizzano con metodo scientifico.

"Vediamo se le sue parole sono vere; proviamo ciò che gli accadrà alla fine." (Sap 2,17)



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2 Commenti:

Alle 12 dicembre 2020 alle ore 12:38 , Anonymous Anonimo ha detto...

"A volte sono le persone che nessuno immagina che possano fare certe cose quelle che fanno cose che nessuno può immaginare"
cit. da "The Imitation Game", film del 2014 del regista norvegese Morten Tyldum sulla storia del brillante matematico inglese Alan Turing.

 
Alle 13 dicembre 2020 alle ore 15:56 , Blogger dino ha detto...

Perfetto!

 

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