17 luglio 2016

attentati e il "risorto"

Non si può fare a meno di prendere posizione di fronte alle notizie che sconvolgono questa estate, in particolare questa settimana. Dopo il primo silenzio che sembra essere la reazione più spontanea e dopo il disgusto profondo che suscitano le notizie delle torture alle vittime di Dacca e del Bataclan a Parigi (che ti scatenano dentro una profonda rabbia) alla fine ho trovato le parole giuste ieri sera guardando il film "Risorto". Film tutto sommato non eccezionale dal punto di vista artistico però che ti fa capire una cosa. Il tribuno si "converte" al Risorto e la sua conversione è il passaggio dalla violenza e dal desiderio di potere all'amore  e alla fraternità. Il tutto reso un po' banalmente ma il messaggio è chiaro: alla fine rabbia, violenza, paura e difesa si scontrano contro fiducia, fratellanza, perdono e misericordia. Non ci sono vie di mezzo: in certi momenti della vita (anche di una umanità) la cosa è evidente, in altri momenti di meno, ma su questo saremo giudicati. Meglio essere un po' grigi come il tribuno alla fine del film ma vittoriosi sulla paura della morte, che sfavillanti ma inermi di fronte all'assurdità e alla banalità del male.

"Vedi, io pongo davanti a te la vita e il bene, la morte e il male" (Dt 30,15)


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