19 agosto 2016

ancora su giovani e fede

In Italia siamo proprio fuori dal mondo. Non nel senso che dobbiamo adeguarci ai trend internazionali, ma nel senso che spesso quel che capita da noi pensiamo capiti dappertutto, mentre siamo noi l'eccezione. Per esempio dopo aver letto diverse ricerche su giovani e fede che mettono in luce la sostanziale tenuta della religione tra i giovani, al di là di alcune tendenze ultime ("Piccoli atei crescono" di F. Garelli), mi è capitato tra le mani un libro che riporta diverse ricerche nel mondo anglosassone, intitolato "Religion and Youth". a cura della British Sociological Association. Lì non c'è problema di fraintendimento: non solo la religione presso i giovani è in netto declino, ma addirittura la spiritualità... Quel che resta è il credere in valori tipo amicizia, tolleranza, apertura agli altri. Ma nessuna ricerca del "senso della vita" come si ama dire pensando di essere molto avanzati.
Se uno guarda con questa consapevolezza gli attuali trend italiani, avendo in mente i giovani che si incontrano, magari si riconosce questo fenomeno anche da noi.
Che cosa fare poi non si sa. Certo è che preoccuparsi del fatto che i giovani non continuino dopo la cresima sembra quando ci si preoccupava di che pietre usare per scriverci sopra quando si cominciava ad usare il papiro.

"Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole" (2Tm 5,3-4)

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