25 maggio 2017

politiche per i giovani

Ieri i giovani scout del Clan hanno organizzato una bella serata con i candidati sindaci per sentire le loro proposte in merito alle politiche giovanili: cultura, aggregazione, sport, lavoro, università, ecc. E' stata una bella serata ma sui social un esperto di partecipazione popolare ha rimpianto il fatto che  a moderare e a parlare ci fossero degli adulti. La reazione dei giovani è stata perfino un po' sdegnata: anche perchè questo ne parlava al passato, come se la serata ci fosse già stata. Conoscendo la persona e conoscendo il suo pensiero, che tra l'altro alimenta anche uno dei candidati sindaci e vedendo come quest'ultimo ha parlato nella serata, mi sono dovuto ricredere. Mi è sembrato di capire che:
1. La partecipazione dei giovani può non essere diretta, ma basta che sia ascoltata e presa in seria considerazione
2. I giovani hanno il diritto di non partecipare (anche se questo dal punto di vista educativo spiace) e non si può recriminare sulla mancata partecipazione
3. I giovani non sono adulti e vanno "sedotti" in senso buono, dando loro prospettive ariose, non programmi e spunti solo sul versante razionale.

"Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui." (Gv 1,7)

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