03 novembre 2019

italiani in Argentina

Ieri una bella sorpresa. Erano venuti a trovarci lontanissimi cugini argentini, in giro per l'Italia a tenere i contatti con la famiglia. E così abbiamo passato il pomeriggio a chiacchierare, a chiedere, a scambiarci pareri e informazioni e a far percepire lontanissime radici comuni. Veramente le radici sono profonde e pescano in generazioni e generazioni, passate prima di noi. Il racconto del "bastimento" con cui a otto anni uno di loro è arrivato in Argentina, la vita nelle Pampas, il riuscire ad arrivare all'Università e rifarsi una vita, le difficoltà attuali e l'impossibilità di tornare in Italia, il figlio che invece è giù fuggito dall'Argentina per l'Europa e ora per gli Stati Uniti. A sentirli mi veniva in mente che la nostra vita è stata troppo fortunata  e troppo piena di "cose date per scontate" a partire da un certo benessere che ora è messo in crisi. Per noi sacerdoti questa situazione diventa non tanto l'insicurezza economica, quanto l'aumento esorbitante della mole di lavoro... Forse può servire riconsiderare la fede come capacità di osare il nuovo e di non rimpiangere il vecchio.

"Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove." (2 Cor 5,17)

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