17 aprile 2020

Ricomincio da tre

Sono passati un po' di giorni dall'ultimo post, ma non sapevo cosa scrivere. Non che non avessi idee, ma avevo la strana sensazione della famosa "minestra scaldata" e diventata un po' indigesta. Ma non sapevo dire perchè. Poi ieri mi è sembrato di capire. Tutto quello che facevo e che pensavo era ancora secondo gli schemi e le convinzioni del prima epidemia. Perciò non potevano funzionare. Un po' come se avessi una Ferrari e non potessi usarla. Anzi, di più. Come se avessi una Ferrari, non potessi usarla e intanto fuori le strade si disasfaltassero, in modo che quando potrai usarla, la userai come una Panda, ai 100 km orari.
E' necessario veramente cominciare a fare una riflessione su cosa bisogna cambiare a livello di convinzioni personali, di abitudini, di stili di vita, di impegno sociale, di fede religiosa per il dopo. Non si tratta di fare previsioni per il futuro, ma di smettere di pensare che abbiamo interrotto cose che poi riprenderemo. No: dobbiamo capire come vivere un presente che non è né prima, né ancora dopo, un presente che sarà lungo. Ecco, dobbiamo ripartire da zero. Ma come diceva il grande Troisi, noi ricominciamo da tre, perchè non nasciamo adesso e l'esperienza passata ci tornerà utile. Ma indietro non si torna, perchè ciò che stiamo vivendo è un salto al di là di un crepaccio: non siamo ancora atterrati dall'altra parte, ma non siamo più nel mondo di prima.


"Chi vince erediterà queste cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio." (Ap 21,7)

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