16 settembre 2020

pandemia e chiesa

 Ieri all'incontro dei sacerdoti della città è intervenuto uno di noi, don Luigi Berzano che è anche sociologo e ha presentato una riflessione da lui fatta all'incontro nazionale di sociologia della religione (Summer school di S. Gimignano) sugli effetti della pandemia sulla chiesa e sulle religioni. Interessante panoramica fatta mettendo insieme le celebrazioni in streaming, il distanziamento sociale, la teologia. In particolare ha sottolineato come sia acquisita l'idea di cura in caso di epidemie, di "stare" e non fuggire, lasciando da parte sia la spiegazione del Dio cattivo che vuol far pagare le colpe degli uomini sia dell'immunità di gregge che sa di "barbarie" in quanto elimina poveri, vecchi e fragili in nome della sopravvivenza dei forti e dei ricchi (Solo personaggi come Johnson e Trump potevano teorizzarla...).

Ma la cosa più interessante è che Berzano ha fatto notare come la cultura occidentale è permeata di cristianesimo fino alle midolla: è il messaggio cristiano, infatti, che in nome della carità, ha portato avanti l'idea del dovere del restare e della cura. Se mettiamo insieme questo con l'uccisione di don Roberto Malgesini a Como possiamo tranquillamente affermare che la chiesa sta dando una testimonianza molto forte al mondo e che anche se l'Europa non lo riconosce formalmente, di fatto l'ha fatta propria. 

Sempre che non tornino a prevalere i teorici pseudocristiani del castigo di Dio e del mondo abbandonato a Satana...

"E uno spirito mi sollevò e mi portò in Caldea fra i deportati, in visione, per opera dello spirito di Dio. E la visione che avevo visto disparve davanti a me. E io raccontai ai deportati quanto il Signore mi aveva mostrato." (Ez 11,24-25)

La peste a Milano


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