13 settembre 2020

testimoni di Geova

 Sulla Gazzetta di questa settimana è stata pubblicata una breve intervista al portavoce dei Testimoni di Geova su come questa comunità ha vissuto l'epidemia. Fa parte di una serie di interviste che stiamo facendo a tutte le comunità religiose. Le domande sono le stesse per tutti. Ieri ho ricevuto il messaggio di una conosciuta signora, presidente di una associazione diocesana cattolica, che mi faceva notare l'inopportunità di ospitare i Testimoni di Geova perchè un giornale diocesano non deve solo informare, ma aiutare la gente a discernere (?). A discernere che cosa naturalmente si intuiva: se pubblichi qualcosa di altri è perchè implicitamente li riconosci e non li reputi eretici. Le ho risposto che si trattava solo di cronaca e non di argomenti di fede e che avrebbe dovuto farmi la stessa osservazione rispetto alle altre quattro comunità religiose precedentemente intervistate. E' tornata sulla necessità di aiutare a discernere, visto che c'è molta confusione in giro... Le ho risposto che era un discorso troppo complicato da fare su whatsapp.

Senza drammatizzare ho provato a riflettere su cosa mi aveva detto ma non c'è stato verso di farmi cambiare idea. Se si usasse il criterio che lei diceva bisognerebbe non pubblicare nulla che non sia strettamente cattolico e fare anche "discernimento" sull'informazione politica, culturale, sociale, ecc. Insomma, tornare se non all'Inquisizione almeno all'epoca della censura.

" poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per i pagani -  e riconoscendo la grazia a me conferita, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Barnaba la loro destra in segno di comunione, perché noi andassimo verso i pagani ed essi verso i circoncisi. " (Gal 2,8-9)

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