26 ottobre 2020

Una parola ai giovani

 In questo periodo, essendo indietro di qualche puntata, non sto leggendo la nuova enciclica del Papa, ma la vecchia esortazione apostolica che ha concluso il sinodo sui giovani "Christus vivit". Una esortazione con un linguaggio veramente incoraggiante per i giovani, così come dovrebbe essere il linguaggio della chiesa verso di loro. Infatti con i giovani spesso non è questione di cosa si dice ma di come lo si dice e soprattutto di come poi lo si testimonia.

Al n. 108 c'è un bellissimo sonetto di un poeta a me sconosciuto Francisco Luis Bernardez, intitolato "Soneto", che mi va di riportare qui perchè si commenta da solo. Anche in questo momento storico:

«Se per recuperare ciò che ho recuperato
ho dovuto perdere prima ciò che ho perso,
se per ottenere ciò che ho ottenuto
ho dovuto sopportare ciò che ho sopportato,

se per essere adesso innamorato
ho dovuto essere ferito,
ritengo giusto aver sofferto ciò che ho sofferto,
ritengo giusto aver pianto ciò che ho pianto.

Perché dopotutto ho constatato
che non si gode bene del goduto
se non dopo averlo patito.

Perché dopotutto ho capito
che ciò che l’albero ha di fiorito
vive di ciò che ha di sotterrato
».

Francisco Luis Bernardez


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