09 ottobre 2020

Il grande Cottarelli

 Ancora una volta lui, uno dei miei idoli, l'economista Carlo Cottarelli che viene ad Asti per parlare di bufale economiche all'interno del festival Passepartout della Biblioteca astense. E fa un quadro dell'economia italiana di quest'ultimo anno talmente chiaro da poter essere compreso anche da mio nipote quindicenne. Crisi sanitaria, crisi del reddito (col Pil che però si sta riprendendo), crisi finanziaria rinviata grazie all'Europa. E non tanto ai famigerati fondi europei del Recovery Fund quanto al massiccio prestito della Banca Centrale Europea a tasso 0 che permette di passare da un deficit di 30 miliardi ad un deficit di 180 miliardi per tutti i bonus e gli interventi straordinari. 

E poi passa in rassegna gli scenari del futuro: crisi finanziaria rinviata anche nel prossimo anno ma dopo? Incertezza. Incertezza soprattutto nel futuro della politica europea che ora sembra unita ma poi chissà. Una cosa è chiara per Cottarelli: il fiume di balle raccontate da certi politici diffidenti dell'Europa, dal famigerato Mes, che partito per imporre austerità ora non la impone più, alla diffidenza verso la Banca Centrale Europea, senza la quale adesso saremmo in bancarotta, alle diffidenze verso Germania, Francia e altri stati, quando proprio la Germania e la Francia hanno fatto passi da gigante per sostenere l'Europa. Insomma: uno lo ascolterebbe un'ora filata (come effettivamente è stato) senza che il sonno ti assalga neanche per un attimo.



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