08 febbraio 2023

Leadership partecipata

 E' il tema che ieri ha interessato la tre giorni di aggiornamento del clero che verte sul rinnovo e la gestione dei consigli pastorali parrocchiali. E' stato invitato un esperto di formazione di manager a parlare di leadership partecipata per avere qualche strumento di conduzione dei gruppi. E si vedeva che era molto professionale: non doveva essere facile avere a che fare con sacerdoti, quando fino a ieri hai avuto a che fare con altri mondi. Più si andava avanti e più i conti non mi tornavano. Non perchè andasse fuori tema: come previsto almeno metà dell'incontro l'ha passato chiedendo le aspettative e i perchè di quelle aspettative. Giusto: di leadership partecipata non bisogna parlare, ma bisogna mostrarla in azione. E poco alla volta ha creato coinvolgimento. Ma più il tempo si riduceva e più mi chiedevo dove volesse sbarcare. Era chiaro che non si può fare un incontro su quel tema: bisogna fare un corso intero. Poi purtroppo non sono riuscito a fermarmi e mi son perso...lo sbarco. Ma mi sono chiarito perchè i conti non mi tornavano... Perchè se hai a disposizione un pianoforte e se lo sai suonare devi perdere tempo a capire come funziona una pianola elettrica? Perchè se hai a disposizione un Vangelo e una storia bimillenaria di spiritualità e di dinamiche spirituali devi perdere tempo con le tecniche di conduzione che hanno massimo 20 anni di vita? Certo, uno può farlo per capire cosa si prova a suonare una pianola elettrica e su questo siamo d'accordo. Ma se lo fai è solo per gioco e per diletto, non per formazione. Non metterti in gioco: meglio mettersi in gioco di fronte ad un confronto su cose profonde. Queste hanno una loro profondità: ogni volta che uno lo fa professionalmente, lo fa anche in un certo senso mosso dallo spirito. Ma è la profondità del lago di Como rispetto alla fossa delle Marianne.

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