11 agosto 2020

virus e persone ai margini

 Due funerali in questi giorni con la presenza di molta gente di ambiente popolare e mi rendo conto che le diseguaglianze sociali si ripresentano anche in situazione di epidemia, durante la quale, al contrario, bisognerebbe tutti lavorare per la stessa causa. Molto difficile far rispettare le norme del distanziamento sociale e far capire che anche se è morto uno giovane, non è la stessa cosa un funerale in tempo normale e un funerale in tempo di coronavirus. Il coro non c'è, neanche su richiesta, perchè non ci può essere...

Nello stesso tempo l'impressione è che per molti di loro è come se fosse calata una dittatura di gente ricca ed esperta: loro da sempre sono alle prese con la sopravvivenza quotidiana,  non programmano a lunga distanza. Ora che anche quelli più ricchi si ritrovano con questioni di sopravvivenza e con l'impossibilità di farsi programmi troppo in là, alla fine è una specie di "invasione di campo". Perciò guardano ai volontari durante le celebrazioni con aria di sufficienza... Non tutti, certo. Però fa riflettere che se costoro non erano pienamente inseriti dentro le opportunità che un sistema economico come il nostro garantiva, ora che non lo garantisce più, non ci sperano e non ci provano. Terreno fecondissimo per la varie mafie...che garantiscono la sopravvivenza e un certo grado di sicurezza. 

"Difendete il debole e l'orfano,
al povero e al misero fate giustizia!

Salvate il debole e l'indigente,
liberatelo dalla mano dei malvagi!»."
(Sl 82,3-4)

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