13 agosto 2021

La prima richiesta di green pass

 Ieri in gelateria ho ricevuto la prima richiesta di green pass, che ho potuto esibire. Sembrava un momento storico e perfino di rivalsa su quelli che non ce l'avevano e che dovevano stare fuori... al sole. Dentro c'era l'aria condizionata. Mi sembrava di essere passato di grado. E già che non ho fatto niente di particolare, se non quello che avrei fatto comunque: vaccinarmi. La sera ho colto un frammento di dialogo tra un giovane molto legato alla parrocchia e una signora: lui non voleva farsi vaccinare e adduceva come motivo la confusione che regna sovrana sulla questione e il fatto che tanto non aveva necessità di frequentare locali di divertimento (anche gelaterie?). 

Ecco due reazioni non previste al green pass.

1. il sentirsi superiori e considerare chi non ce l'ha come un essere di serie b. Ma alla fine è solo un green pass, non è che ti sei comprato un titolo onorifico. E il senso di esclusione di chi non ce l'ha, è reale.

2. l'evitare la vaccinazione per "amore della povertà". Ma la vaccinazione è un dovere morale, e come ogni dovere morale è limitato solo da una seria e profonda obiezione di coscienza, che non può basarsi solo sulle preferenze, sull'incertezza o sul contestare il metodo.

"Ma Daniele decise in cuor suo di non contaminarsi con le vivande del re e con il vino dei suoi banchetti e chiese al capo dei funzionari di non farlo contaminare." (Dan 1,8)


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