L'amore dei giovani
Per una volta ho preso una giornata di stacco. Intera. Sono andato al matrimonio di Emanuele e Anna, lui giovane di S. Domenico Savio in anni passati. Lei scout a Cernusco sul naviglio: si sono conosciuti in un cammino missionario del Pime (Giovani e missioni) a Milano, dove io lo avevo indirizzato in base alle sue sensibilità. Lì c'erano giovani di diversi mondi: Pime, scout, parrocchie di Asti. Due terzi buoni di giovani. La celebrazione è durata più di un'ora e mezza, ma è volata. L'atmosfera era quella dell'amore, non solo di loro due, ma anche di Dio per l'umanità.
Alla fine della giornata ho avuto tre consapevolezze.
La prima è lo scarto generazionale tra me e loro (ma di questo ero già conscio).
La seconda è l'abisso tra le generazioni di adulti e di giovani. E' come se non ci fosse interscambio e i giovani si sostengono tra di loro ma non trovano negli adulti riferimenti significativi: solo un aiuto materiale ogni tanto e molta "benevolenza" nei loro confronti.
La terza è che veramente queste generazioni di giovani stanno rifondando il vivere sociale e la chiesa e che a volte le generazioni più grandi sono talmente chiuse in loro stesse da non accorgersene.
"Attirami dietro a te, corriamo!
gioiremo e ci rallegreremo per te,
ricorderemo le tue tenerezze più del vino.
A ragione ti amano!" (Ct 1,4)
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