22 giugno 2022

Frutti di radici seccate

 Ieri è venuto a trovarmi un politico astigiano, protagonista delle vicende degli ultimi vent'anni, con origine parrocchiali. Ci eravamo incontrati alla cena di Libera e avevamo già avuto modo di discutere sulla situazione. Con lui abbiamo parlato abbastanza e mi sono chiarito anche alcune idee che non possono che essere "teoriche", perchè l'analisi comune è che l'attuale andazzo della vita politica locale è il frutto poco succoso di una trascuratezza di chi ha coltivato la pianta della democrazia. Tre recuperi da fare:

1. Il gusto del fare politica e l'idea che il volontariato sia un frutto meno succoso dell'impegno politico. In origine il volontariato era l'allargamento dell'impegno sociale al di là di quelli che erano tagliati per la politica, dunque un valore aggiunto. Poi siamo arrivati alla deriva: il volontariato come impegno sociale "pulito" a fronte della politica sporca. E oggi: il volontariato come l'eroismo incarnato, quando i veri eroi di tutti i tempi hanno sempre avuto una coscienza politica e di cittadinanza indiscussa. L'impegno politico vissuto come servizio è di gran lunga superiore al volontariato, perchè si prende una responsabilità di fronte ad una collettività e non solo di fronte a singole persone in difficoltà.

2. L'amore per il proprio territorio e per la propria città, per evitare che il gusto della politica sia gusto per gli intrallazzi politici o per una politica fumosa e lontana dalla vita delle persone. Anche questo è stato delegato a settori pratici come il turismo o come l'agricoltura, che non stimolano all'impegno politico ma piuttosto allo sviluppo economico. O al massimo, come certe esperienze di ritorno all'agricoltura locale, spingono all'adesione ad uno stile di vita più sano e sostenibile, ma non necessariamente ad impegnarsi in politica

3. La formazione alle regole democratiche in cui il dibattito tra idee diverse è essenziale, perchè ogni idea è un ramo dello stesso fusto, quello dell'impegno politico come servizio (punto 1), che a sua volta ha le radici nell'amore per il proprio territorio (punto 2). La democrazia implica la ricerca del confronto / scontro con le idee diverse, la condivisione delle stesse regole del gioco, il fuggire dalla tentazione di affidare ai tecnici la soluzione delle controversie e di considerare l'efficienza come la prova di buon  governo. La prova di buon governo (a partire dalla gestione di un condominio) si ha nella capacità del dialogo e solo dopo questo, della decisione.

Insomma, da fare ce n'è e la Chiesa può fare molto se solo torna all'idea di Paolo VI dell'impegno politico come forma più alta della carità...

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