19 giugno 2020

cosa scriveranno di noi?

In questi giorni per tre volte mi arrovellava dentro questa domanda: "Che cosa scriveranno di noi fra cent'anni? Di questo periodo? Di questo modo di gestire il mondo, le cose, le nazioni?". Una volta preparando un'omelia sul ricordo di Elia che viene fatto dall'autore del Siracide, una volta in un confronto con altri preti su come è la storia a fare gradualmente verità delle cose e una terza volta da solo mentre cercavo di capire come mai continuavano pensieri inquieti e malcontenti su come vengono gestite le cose.
Eppure più ci penso e più sento che qualcosa non va. Che le misure sono state troppo drastiche ed hanno cambiato il modo di pensare della gente. Che il virus circolava da tempo ma tutti erano troppo distratti e non hanno ascoltato gli allarmi. Che ora tutti hanno la coscienza sporca e fanno pagare in termini di limitazioni quello che prima si poteva fare meglio.
Insomma, la domanda è accompagnata da un desiderio: mi piacerebbe essere presente in qualche forma (magari come mosca che vola nella stanza) quando qualcuno scriverà la storia di questo periodo.

" Nulla fu troppo grande per lui;
nel sepolcro il suo corpo profetizzò.
Nella sua vita compì prodigi
e dopo la morte meravigliose furono le sue opere." (Sir 48,13-14)

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