16 agosto 2020

mia madre premiata

Ieri festa di s. Rocco, festa del mio borgo d'origine a s. Damiano. Messa presieduta dal vescovo emerito Francesco Ravinale e concelebrata da me con uno strano connubio tra liturgia di S. Rocco (anche patrono di S. Damiano) e e liturgia dell'Assunta. Alcune cose improvvisate sul momento: tipico del paese in cui non sempre gli addetti alle cose liturgiche hanno una "specializzazione" così forte da distinguere tempi liturgici, solennità, preghiere e letture. 

Ma la cosa che tutti aspettano è la premiazione di una persona che si è particolarmente contraddistinta in paese per la sua bontà (prima edizione di un premio che esisteva già in passato e poi era stato sospeso) al quale è stato dedicato un sonetto (come si fa ogni anno nella festa di S. Rocco). Dunque un misto decisamente complicato di ispirazioni, di competenze (tra borgo e comune) e di simboli. La premiata era mia madre. Che come un caterpillar si è ascoltata tutte le motivazioni (reali) della sua disponibilità a 360° per la famiglia, per la chiesa, sul lavoro, per il comune (è stata assessore per cinque anni e vicesindaco per altri cinque), per l'associazionismo sociale. Ed ha ringraziato con grande semplicità (in quello, un modello irraggiungibile..), facendo riferimento al "suo segretario", mio padre. Un momento decisamente toccante..

Insomma. In città le cose sono complicate, più preparate ma non sempre sentite. In paese c'è più casino, le cose più raffazzonate ma si arriva prima ai sentimenti (nel bene e nel male). Dove è meglio?

"A Giaffa c'era una discepola chiamata Tabità - nome che significa Gazzella - la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine." (At 9,36)

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1 Commenti:

Alle 16 agosto 2020 alle ore 12:11 , Anonymous Anonimo ha detto...

Il buon sangue non mente mai. Beato chi ha la fortuna di stare vicino a persone come voi. Congratulazioni per tutto!

 

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