26 settembre 2020

Chiesa e norme anticovid

 Ieri è cominciato il corso alla Facoltà a Torino. Mi sono ritrovato a dover tenere la mascherina per tutto il tempo, a spiegare con la mascherina, a stare all'esterno con la mascherina. Avendo saltato la riunione dei docenti non posso ricostruire il perchè di queste norme così rigide, oltre la media. Poi mi è venuto in mente che alle chiese è chiesta l'igienizzazione dei banchi al termine di ogni celebrazione, cosa che non è richiesta da nessun'altra parte.

Ancora una volta non riesco a capire se questo eccesso di zelo sia il frutto di eccesso di condiscendenza verso lo Stato (del tipo: ci fanno una proposta e per qualche oscuro motivo la accettiamo senza troppo discuterla) o sia il frutto del senso del dovere morale in questa situazione, a fronte di altri ambienti decisamente sconsiderati.

Difficile capire, ma se ragioniamo sugli effetti le cose risultano chiare: l'aumento oltre il limite degli obblighi sicuramente tiene sotto controllo la situazione, ma diventa la rinuncia ad educare, a sensibilizzare i singoli e a far leva sulle loro coscienze. In sociologia si chiama "effetto non voluto": attui delle misure con motivazioni legittime e nobili ma l'effetto che ti ritorna non è quello che pensavi.

"Infatti il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso. L'amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore." (Rom 13,9-10)

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