19 aprile 2021

Apocalittica sui migranti

 Mi è capitato sabato di intervistare Domenico Quirico per un pezzo sulla situazione in Libia sul numero di questa settimana. E' stata una interessantissima conversazione: lui è sul pezzo e in quattro e quattr'otto ti spiega cose molto complicate. L'unica nota che mi ha lasciato un po' lì è il tono "apocalittico". Non anticipo nulla, perchè uscirà la versione completa sul giornale, ma ho avuto l'impressione che fosse su un punto di non ritorno: non c'è più nulla da dire e da fare perchè ormai è chiaro che ce ne freghiamo di queste persone, di queste vite. Non solo i governi (il che sarebbe normale) ma la gente stessa e in questo modo sosteniamo le posizioni a volte terribili dei governi.

Apocalittico perchè come nell'Apocalisse ci si rivolge solo più a Dio e alla sua giustizia, dal momento che non ci si attende più nulla dagli esseri umani. Apocalittico perchè si spacca in due l'umanità: vittime e carnefici, redenti e dannati, servi di Dio e eretici (in questo caso servi dell'umanità e padroni cinici e sprezzanti), senza toni grigi che non siano bianchi o neri.

Mi sono chiesto: può la passione e la dedizione totale per una causa portarti a questo? Tendenzialmente mi verrebbe da dire di sì, ma non ne sono sicuro.


"«Fino a quando, Sovrano,
tu che sei santo e verace,
non farai giustizia
e non vendicherai il nostro sangue
sopra gli abitanti della terra?»."
(Ap 6,10)




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