25 novembre 2021

Il grande Giovanni Fattori

 Ieri ho visto a Torino la mostra di Giovanni Fattori e mi sono venute due considerazioni molto particolari. Le divido in due giorni... La prima è questa. Lui era convinto di fare un certo genere di pittura (la macchia) e invece era bravo a ritrarre scene realistiche con personaggi definiti. Però ha scoperto che poteva dipingere scene di soldati (delle guerre di Indipendenza) comunicando un messaggio di inutilità delle guerre e di amarezza per le speranze deluse in un'Unità di Italia che ha cambiato poco. Così i suoi quadri di soldati apparentemente sono descrittivi, ma in realtà comunicano altro. Un genio. Un genio che è venuto fuori dall'accettare di non seguire il proprio interesse (che poi era una moda, quella dei macchiaioli) ma il proprio carisma, reintepretandolo.

Tante volte pensiamo che se andiamo fuori dal seminato questo sia garanzia di libertà. Invece a volte nello stare "nel seminato", entro i confini normali, ma standoci con libertà, allora si trasforma tutto. Insomma: non c'è bisogno di combattere contro qualcuno per dimostrare di essere liberi, ma solo se si è liberi dentro allora si fanno le cose normali in modo rivoluzionario.


"Amos rispose ad Amasia:
«Non ero profeta, né figlio di profeta;
ero un pastore e raccoglitore di sicomori;
Il Signore mi prese
di dietro al bestiame e il Signore mi disse:
Va', profetizza al mio popolo Israele."
(Am 7,14-15)






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